Antonio De Filippis in “About Ecology”– CONTAMINAZIONI

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Antonio De Filippis in “About Ecology”– CONTAMINAZIONI

Si è inaugurata mercoledì 1 ottobre la mostra di Antonio De Filippis “About Ecology- Contaminazioni” promossa dalla Galleria Studio Legale presso lo Spazio E23 .

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La mostra è stata curata da Antonio Rossi e introdotta da un testo critico di Mario Franco che ha saputo raccontare l’excursus artistico di Antonio De Filippis. La mostra si potrà visitare fino al 31 ottobre . Artista formatosi all’insegna dell’arte egli necessariamente ha bisogno di lavorare in gruppo e di confrontarsi con altri artisti del calibro di: Castaldo , Rezzuti, Ruotolo e Scolavino. Nelle sue prime mostre egli tenta di coinvolgere poeti come Frasca e musicisti come Villa e coreografi come Troise per dare ai fruitori un concetto multidisciplinare dell’arte.

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Nella visione che De Filippis aveva dell’arte lo portò ad avere un grande incontro con Luca ovvero Luigi Castellano artista, animatore culturale. Egli fu individuato da Achille Bonito Oliva perché cercò di seguire l’insegnamento di Alfred Jarry e fece parte del Gruppo Studio 66 e degli Attivi della Pop Art.

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Dall’ esperienza avuta con Luca Castellano , Antonio De Filippis ha una mutazione delle sue idee ed inizia dei nuovi lavori che lo porteranno ad affrontare in particolar modo la fenomenologia dell’arte che si andasse ad unire al discorso teatrale e performativo di Becht grande drammaturgo tedesco. De Filippis è un artista che tende ogni volta di narrare le sue figure che si trasformano che hanno all’interno del loro mondo tutto un percorso che fa parte del proprio “IO” o “ES” . Tutta la sua arte dalla scultura alla pittura è evocativa e nel contempo immaginifica suscitando nello spettatore una nuova visione dell’arte.

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Nei suoi sedici lavori esposti presso la Galleria Studio Legale – Spazio E23, egli mostra un nuovo concetto pittorico e scultoreo. In questo progetto c’è il richiamo a temi ecologici visto quello che succede nel mondo che non vi è più un equilibrio tra uomo e natura. Antonio De Filippis si richiama ad una scala classica e non è la prima volta ma il suo messaggio è diverso, rispecchia in pieno il vissuto contemporaneo dove l’arte cerca di codificare dando un visione positiva , ma realistica di ciò che succede intorno a noi. Ed in particolar modo l’artista parla dall’identità perduta lungo il percorso della vita che solo il misticismo dell’arte può far rinascere in noi.

Cenni Biografici

Antonio De Filippis nasce a Taranto nel 1946. Nel 1954 si trasferisce con la famiglia a Napoli, dove l’artista attualmente vive e lavora. Nel capoluogo partenopeo compie i suoi studi presso l’Accademia di Belle Arti che, nel 1967, gli assegna il premio del Ministero della Pubblica Istruzione per la Scultura. Risalgono al 1968 le sue prime partecipazioni a mostre. Nel 1973 aderisce al gruppo PROP-ART. Nel 1980 partecipa insieme con altri operatori culturali a mostre e dibattiti per il Sud Africa e per il Salvador. Già nelle sue prime opere è evidente un marcato interesse per l’uomo, ma in particolar modo per l’uomo colto in situazioni esistenziali, roso dalle nevrosi del proprio tempo e diviso fra attenzione onirica ed impegno sociale e politico. Più tardi riprende le prime idee con una forte carica ironica e polemica presentando una serie di opere nelle quali è possibile ritrovare i temi e la poetica che caratterizzano il suo lavoro successivo. L’Uomo – mobile; l’Uomo – sedia, insomma l’uomo oggetto si fa spazio denunciando da un lato il ruolo pressoché paralizzante in cui è stato costretto dalla società dei consumi e dall’altro la forte carica di evasione e di sogno ineliminabile che, nonostante tutto, permane come unica alternativa alla feticizzazione capitalistica. L’ambiguità, tema sempre ricorrente nel lavoro di De Filippis, sul finire degli anni ’80 fa da sfondo al tema del “non movimento” inteso come elemento di contemporaneità.

Galleria Studio Legale – Spazio E23

Via T.G. Blanch 23

dal1 ottobre al 31 ottobre

orari dalle 16.00 alle 19.30

Tel. 0810484111- 3206564903