Call of Duty: Ghosts, la recensione

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Call of Duty: Ghosts, la recensione

Call of Duty: Ghosts, bello ma non basta.

 

Il titolo di punta di Activision, sviluppato dal team di Infinity Ward, sbarca (anche) sul mercato delle console next-gen. Le attese erano molte, a causa, soprattutto, del nuovo motore grafico e dell’uscita del titolo per Ps4 e Xbox one.

Single player

La campagna single player inizia catapultando il giocatore nel passato dove viene a conoscenza dell’origine del nome della compagnia “Ghosts”.

Quest’ultima, affronta un nemico notevolemente più potente per difendere un ospedale civile. Dopo poco i “Ghosts” rimangono in pochi e, nascondendosi tra i cadaveri dei compagni e raccogliendo le ultime energie, tendono un agguato al nemico.

L’evento diventa leggenda e basta a far divenire i Ghosts la compagnia più temuta dagli avversari dell’esercito americano.

Il gioco illustra un mondo distrutto da una guerra nucleare e tenuto sotto scacco dalla “Federazione”, ovvero un insieme di stati che combattono e invadono gli Stati Uniti.

Nella prima missione il giocatore veste i panni di Logan, un giovane che sta compiendo un’escursione in compagnia del padre, Elias, e del fratello.

I tre vengono interrotti da quello che sembra un terremoto, ma che, in realtà, è un attacco nemico.

La Federazione si è impossessata di ODIN, un dispositivo spaziale preposto alla sicurezza nazionale che si ritorce contro i creatori e distrugge completamente la città di Logan.

A questo punto il gioco ci fa fare un salto nel futuro, dove Logan in compagnia del fratello e del pastore tedesco Riley fanno parte di una delle poche sacche di resistenza che combattono una guerra oramai persa.

 

Multiplayer

Come al solito la modalità online è la colonna portante di Call of Duty.

Quest’ultimo titolo non delude e presenta almeno una novità interessanti, ovvero la modalità “Extinction”. Se sceglierete di provarla vi troverete a dover debellare un’infestazione aliena in una piccola città.

Il giocatore partirà con una semplice pistola e, accumulando punti, potrà accedere ad armi più potenti. Scopo del gioco sarà difendere un trivella che opera al fine di distruggere i nidi alieni.

Sono presenti circa dieci modalità di gioco che vanno dal classico deathmatch alla modalità “blitz”, nella quale bisognerà introdursi nella fortezza nemica per accumulare punti.

Altra modalità degna di nota è la “search and rescue”. Solitamente il respawn avviene in automatico. In questo caso, invece, per far respawnare il proprio compagno di gioco, il giocatore dovrà trovare la dogtag (targhetta identificativa) e recuperarla.

 

Impressioni

Come succede da ormai troppo tempo la modalità single player delude le aspettative. L’impressione è quella di trovarsi in un corridoio e non in un campo di battaglia. Inoltre, è totalmente sconsigliato l’acquisto del gioco a chi non ha intenzione di utilizzare la modalità online a causa della brevità della campagna. Si completa, infatti, con poco meno di cinque ore di gioco.

Discorso completamente diverso va fatto per la modalità multiplayer, molto ben fatta e ricca.

Il comparto grafico non fa gridare al miracolo, anche se ben riuscito. Il motore grafico non stupisce, ed è solo un upgrade del precedente.