Galaxy Express 999. Un treno, un bambino e un mondo ingiusto

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Galaxy Express 999. Un treno, un bambino e un mondo ingiusto

Un cartone che riprende delle caratteristiche già viste in altri lavori molto simili come Starzinger e Capitan Harlock.

Ovvero che il tema si basa sull’annosa differenza tra ricchi e poveri, tra coloro che vivono nel lusso più sfrenato permettendosi ogni capriccio e quelli che invece non sanno neanche cosa vuol dire la parola agio.

La disperazione di una mamma ed un figlio che cercano di salire sul treno che li porterà su un pianeta dove regalano corpi meccanici, il galaxy express 999.

Nel tragitto la mamma viene uccisa ma il protagonista riesce a rubare un biglietto e a salire sul treno.

La serie difatti ha una forte impronta fiabesca e si snoda in ben 113 episodi di cui la maggior parte sono autoconclusivi, ogni episodio quindi ha qualcosa da raccontare allo spettatore e qualcosa da aggiungere al bagaglio culturale del protagonista, che attraverso il Galaxy Express viaggia inesorabilmente attraverso il grigio mondo degli adulti e della società, che ci viene mostrata in tutta la sua assurdità, spesso tramite delle metafore alcune di esse al limite dell’autorialità e del nonsense (come non citare l’episodio più assurdo di tutti quale il pianeta dei funerali, la cui gente si diverte a fare funerali alla gente quando scopre che le persone possono morire, questo ci fa capire quanto il mondo sia assurdo, quanto la gente possa farsi sopraffare dalle novità e non è mai contenta della propria condizione seppur avessero raggiunto una condizione di perfezione apparente quale la vita eterna).

Un consiglio serio lo voglio dare a chi si accinge con serenità e leggerezza alla visione di “Galaxy Express 999”, ed è quello di valutare sempre il proprio stato psicologico prima di guardarlo. Quest’anime infatti rilassa molto, ma a seconda del proprio umore può seriamente portare alla depressione, proprio come i personaggi narrati nelle sue innumerevoli storie.

I personaggi principali di quest’anime sono 4, mentre innumerevoli sono quelli che troviamo nei vari pianeti, tutti con la loro storia differente e originale, ma sempre strettamente legata allo stile della serie.

Tetsuro è il giovane protagonista che viaggiando sul 999, andrà incontro a personaggi e svariate realtà, sia pericolose che estreme, che lo porteranno a crescere in poco tempo di carattere e determinazione, dovendosi anche confrontare col suo desiderio di diventare un uomo meccanico. Decisione che durante l’anime porterà Tetsuro a riflettere sul concetto di vita eterna o vita limitata ma naturale, nel bene e nel male.

Maetel è l’assoluta protagonista di “Galaxy Express 999”, ne è al tempo stesso, simbolo, mito e personaggio imprescindibile. Nel corso del tempo dalla sua messa in onda Italiana per la prima volta nel 1982, Maetel è sempre stata un mistero. C’è chi convintamente sosteneva si trattasse di una ragazza meccanica o della rappresentazione fisica dello spirito della giovinezza che non torna più, che nei fatti non significa nulla. In realtà, nel 1979 Rintarō assieme a Matsumoto realizzarono il primo film (il secondo è del 1981, sempre eccelso), dove almeno venne chiarita la natura di Maetel che non è ne un androide, ne meccanica, ma umana al 100%.

Fatte le ultime considerazioni e premesse del caso “Galaxy Express 999” è un eterno capolavoro, che chi per davvero ama l’animazione Giapponese fregandosene altamente di guardare l’ultimo anime uscito, deve guardarlo per poi passare ad anime di qualsiasi epoca, senza l’inutile gabbia generata senza motivo dall’ossessione di guardare solo anime più con lo scopo di parlarne qua, piuttosto che quello di gustarsi anime dal 1974 al 2015 (solo in Italiano!), giudicando con la corretta maturità e serietà ogni anime, che si tratti di uno del 1978, del 1985, del 1992, piuttosto che del periodo della rinascita, quello 2000-2007 o quello recente o attuale, purché lo si faccia per amore verso gli anime, invece che per seguire la massa.

Nonostante le animazioni non siano molto pregevoli, come era nella norma negli anni ’70, il comparto sonoro regala momenti di profonda nostalgia e malinconia, che sono perfettamente tipici del romanticismo che imprimono le principali opere di Matsumoto dell’epoca.

L’unico grosso difetto di questa serie è l’eccessiva lunghezza: 113 puntate sono troppe per qualsiasi genere di anime, a mio avviso. Infatti, spesso si nota quando l’autore, non avendo più idee, si rende ripetitivo – saranno innumerevoli gli episodi con il canovaccio del biglietto rubato, del tentato stupro a danno di Maetel, dello scambio di corpo – il tutto condito con la solita dose di immancabile melodramma settantino. “Galaxy Express 999” resta comunque una tappa obbligata per avere una cultura di base soddisfacente dell’animazione giapponese, insieme ovviamente agli altri capolavori di Matsumoto, tali “Star Blazers”, “Capitan Harlock” e “Queen Millennia”.

Concludo dicendo che, a mio avviso, il finale di “Galaxy Express 999” sia uno dei più belli e commoventi dell’intera storia dell’animazione.

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