Roma Jazz Festival: la voce Dee Dee Bridgewater riempie la Sinopoli

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Roma Jazz Festival: la voce Dee Dee Bridgewater riempie la Sinopoli

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Dee Dee Bridgewater, originaria di Memphis, ha sempre respirato musica, la madre era un’ammiratrice di Ella Fitzgerald e Sarah Vaughan, suo padre suonava la tromba e insegnava musica. Sposata, con il trombettista Cecil Bridgewater, si trasferisce a New York e si esibisce con i grandi del jazz: Dexter Gordon, Dizzy Gillespie, Max Roach e Sonny Rollins. Canta in diversi musical. Per l’interpretazione della strega buona in ‘The Wiz’ le viene conferito il ‘Tony Award’ e per quella in ‘Lady Day’ una nomination come migliore attrice, qualità che le consente di dominare il palcoscenico. Raggiunge il successo negli anni Ottanta, dopo essersi trasferita in Francia, vince diversi Grammy e il premio ‘Billie Holiday’. La sua voce particolarissima le consente di spaziare dagli standard fino alla musica pop-rock più recente (ha partecipato anche a Sanremo), un ponte in grado di attraversare diversi generi musicali. Non è soltanto una cantante, è una un’interprete comunicativa ed eclettica. All’insegna dell’eclettismo è stato il concerto di martedì all’Auditorium, per il Roma Jazz Festival, diverso dai suoi celebri ‘tributi’. Affiancata da ottimi musicisti in grado di accompagnare tutte le sue sfumature vocali e i capricci creativi con cui seduce il pubblico: Theo Croker, tromba; Irwin Hall, flauto e sassofoni; Sullivan Fortner, pianoforte; Eric Wheeler, contrabbasso; Kassa Overall, batteria. Un viaggio musicale in prima classe guidati da vocalità afroamericane che passano dal jazz, al soul, al rythm and blues, al rock.

Festival Jazz 2014 Concerto di Dee Dee Bridgewater  ©Musacchio & Ianniello

Festival Jazz 2014
Concerto di Dee Dee Bridgewater
©Musacchio & Ianniello

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Il primo brano è tutto dei musicisti, attacca la tromba, poi il sax e infine insieme all’unisono. Intanto Dee Dee si fa attendere, poi sale sul palco e saluta alla maniera indiana: «namastè!». Incita il pubblico: «sound, sound, sound». Con il suo ‘afroblues’ lo spazio della sala Sinopoli sembra non riuscire a contenere la sua estensione vocale. Nonostante i circa quarant’anni di carriera la sua voce è superba, inimitabile per tecnica e potenza. Il secondo brano è per Cole Porter, «oldest tradition», la sua voce accarezza il sax e provoca brividi. In ‘Save your love for me’ l’assolo di sax è strepitoso. Dee Dee ha ormai scaldato e convinto la platea con le sue improvvisazioni vocali e gli assolo dei musicisti sono all’altezza. La cantante imita con la sua voce, perfettamente, tromba e sordina, non è da meno Croker che riesce a suonare la tromba come un trombone, allora la voce di lei diventa un trombone. I due scatenano un dialogo di strumenti virtuali ed esplode l’applauso del pubblico. ‘The music is the magic’ e nel finale il pubblico balla con ‘Sex Machine’ di James Brown.