The hateful eight – un film poco Buono, piuttosto Brutto e molto Cattivo
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Secondo western e ottavo film per Quentin Tarantino, The Hateful Eight, nonostante le scene cariche di violenza e sangue, vede gli spettatori nelle sale cinematografiche addormentarsi per tre quarti della durata.
Nel cast del film Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Demian Bichir, Tim Roth, Michael Madsen, Bruce Dern, Channing Tatum.
Un successo ai Golden Globes 2016 per la miglior colonna sonora, quello di Ennio Morricone. Il Maestro che quaranta anni prima, compone la colonna sonora per Il buono, il brutto e il cattivo, diventata simbolo delle grandi cavalcate nell’Ovest.
Il regista sceglie di dividere il film in due scenari, rispettivamente nel primo e secondo tempo.
Nel primo tempo del film una diligenza corre spedita verso Red Rock, trasportando di Daisy Domergue, canaglia in gonnella condotta alla forca dal cacciatore di teglie, noto come “il Boia”. La diligenza si arresta davanti al Maggiore Marquis Warren, diligence stopper e cacciatore di taglie nero che ha servito la causa dell’Unione. Ospitato con riserva da John Ruth, bounty hunter che crede nella giustizia, meno negli uomini, Warren lo rassicura sulle sue buone intenzioni.
Una seconda sosta della diligenza per il nuovo sceriffo di Red Rock, il sudista rinnegato, Chris Mannix.
Nel secondo tempo i personaggi trovano rifugio nell’emporio di Minnie dove li attendono un caffè caldo e quattro sconosciuti. Interrogati a turno dal diffidente John Ruth probabilmente nessuno è chi dice di essere. Riparati in un rifugio e disposti come pedine su una scacchiera, gli otto hateful di Tarantino agiscono in primo piano e sullo sfondo.
Sceriffi designati, cacciatori di taglie, cowboy nostalgici, generali in pensione, gangster nomadi, burocrati forbiti, ex soldati incazzati, bianchi, neri, messicani, confederati e unionisti, non manca davvero nessuno nella pièce western di Tarantino, magma incandescente degli Stati Uniti nascenti che scalda i rancori e cova una diffidenza post guerra civile.
Ed è in questo momento che la sala si risveglia, seppur con ancora qualche sbadiglio qua e là. Lentamente sale la tensione; tra pallottole, avvelenamenti, vecchi rancori la vera identità dei personaggi viene progressivamente a galla sciogliendo il bandolo della matassa. Con un vero e proprio bagno di sangue sullo schermo, Tarantino gode nel mettere in scena e discutere tematiche razziali di questo Paese, ma The Hateful Eight è meno un film alla Sergio Leone e più uno alla Agatha Christie, ricordando la sequenza di “Dieci piccoli indiani”.
Tutto si riduce al whodunit hitchcockiano: chi è l’assassino tra gli abominevoli protagonisti maschili, fatti fuori uno via l’altro?
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